venerdì 27 settembre 2013

Beh, in questi Anni io il "Tema" lo ho Proposto, ma è lo Svolgimento, che non mi è Pervenuto

Beh, difficile poi riuscire a Scoprire cose in Realtà di quel Racconto, in Semiologia, che proponevo come anticipazione ai Miei Fedelissimi, sia io Riuscito a Realizzare e quindi quanto potesse rimanere a Profezia.
Chissà se sia riuscito ad Arredare poi quel Castello che mi proponevo e chissà in quel Caso, se qualcuna ne Abbia preso la Gestione e Guidi con Sicurezza quella Comunità che avrei Voluto Riunire Amministrandone i Beni che mi Sono Proposto di Realizzare in Passato: Boh!

Aveva anche fatto un po’ di spesa, riempiendo il frigorifero per far si che la cucina assumesse una impressione di casa vissuta.
Mentre aspettava, cercava di immaginare la moglie di Carlo e tutta la sua famiglia e quei pensieri la fecero preoccupare, perché con Carlo si era intesa a meraviglia, quindi si chiedeva come fosse stato il rapporto con la moglie, iniziava a pensare che le sarebbe dispiaciuto lasciare quel lavoro, se non fossero andate d’accordo, anche perché in quei giorni che aveva frequentato il villaggio dove risiedeva Carlo, si era trovata subito a suo agio con la gente che aveva conosciuto.
Verso le undici e mezzo arrivò a Sabrina una telefonata, era Carlo
-sarò a Rapallo per mezzogiorno, dove ci incontriamo nel pomeriggio?- -se vieni direttamente a casa tua, io posso aspettarti qui anche per mezzogiorno- -va bene, allora aspettami, ciao- Sabrina, mise in bella vista un vaso con un gran mazzo di fiori ed un bigliettino di buon augurio a Carlo, poi uscì in giardino per distrarsi ed attendere Carlo.
Imboccato il viale che portava a casa sua, Carlo vide subito Sabrina, che gli si fece incontro con il sorriso sulle labbra, scese dall’auto e salutò calorosamente Sabrina -allora, come ti sei trovata a fare tutta da sola?- -lo saprò solo dopo il tuo giudizio, vieni a vedere, entriamo in casa- -vedo che non ho sbagliato a darti piena fiducia- disse Carlo dopo un giro veloce per la casa -bravissima è tutto perfetto, non hai dimenticato nulla, neppure i fiori per il benvenuto, grazie!- - spero che piaccia anche alla tua famiglia- -non ti preoccupare di quello, il più criticone sono io- -vieni, inauguriamo la cucina con un caffe, oppure se vuoi possiamo farci un panino e mangiare qui, che ne dici?-
-se tu sei libera per pranzo, il panino va benissimo, c’è il vino?-
Sabrina iniziò a sentirsi veramente gratificata e per la prima volta, anche orgogliosa del lavoro che aveva svolto, ma una cosa che la tormentava, era il dubbio se fosse andata d’accordo anche con la moglie di Carlo, insomma se avesse avuto la stessa intesa.
-ho portato due pupazzi per tue figlie, due mucche svizzere, le do a te oppure le porti qui uno di questi giorni?- - sai Carlo, non vorrei far affezionare le bambine a questo posto, ho paura che poi io non vada d’accordo con la tua famiglia e quindi il pensiero che con tua moglie possa essere più difficile andare in sintonia e magari che a lei io non vada bene nel lavoro, mi porterebbe a lasciare questo lavoro, per tornare alla vita di sempre- Carlo fece una smorfia con la bocca, si versò un po’ di vino -sentivo che nell’aria c’era qualche problema, ma mai avrei pensato fosse questo, sai non potevo proprio calcolarlo, insomma tu avresti paura di mia moglie?- Sabrina con un gesto fece capire che in quel momento, il problema era quello.
Carlo posò il panino, che Sabrina aveva fatto e dopo un profondo respiro disse:-penso che tu debba avere più fiducia, nella gente ma soprattutto in te, io in questo momento non voglio rassicurarti, ma vedrai che se il problema che ti affligge è questo, il giorno che conoscerai la mia famiglia svanirà, comunque ciò che devi sapere è che dovrai essere e comportarti così come hai fatto in questi giorni, hai la mia piena fiducia.-
Poi chiacchierarono ancora del più e del meno, finirono il panino e presero il caffè, riassettarono la cucina ed uscirono in giardino, Carlo si accese una sigaretta, mentre Sabrina gli raccontava i giorni passati con gli addetti al montaggio dei mobili.
Carlo disse a Sabrina che la sera stessa sarebbe entrato a vivere in quella casa, quindi disse che sarebbero andati a svuotare la camera d’albergo, quando lei lo riteneva opportuno, lei fece capire che l’avrebbe accompagnato anche subito, quindi andarono.
Così mentre Sabrina, si fermò a parlare con Agostino, per raccontargli la sua nuova esperienza, Carlo salì in camera a rifare le valige, non perse molto tempo e poco dopo era a saldare il conto.
Non volle intromettersi nei discorsi di Sabrina e Agostino, quindi rimase in disparte ad attenderla.
Ogni tanto Carlo buttava l’occhio verso i due che chiacchieravano e vedeva i due molto presi dai discorsi che stavano facendo, attese ancora un po’ e poi vide che si salutarono, Sabrina raggiunse Carlo e tornarono alla villa, però Carlo convinse Sabrina ad andare a prendere le due figlie, per passare il pomeriggio insieme.
Arrivate a casa di Carlo, le bambine trovarono i loro pupazzi, cosa che le rese felici, poi corsero in giardino a giocare, mentre Carlo e Sabrina prendevano appunti sulle cose che ancora mancavano in casa, i due si divisero i compiti per quella che avrebbe dovuto essere la prima settimana di settembre.
-hai già l’idea di chi assumere per la cucina e per le pulizie?- chiese Carlo aggiungendo -in cucina preferisco chi sappia cucinare tradizionale, non mi piacciono tutti quei gne gne gne dei grandi cuochi e per cortesia cerca persone semplici, che sappiano apprezzare un ambiente familiare- -penso di sapere a chi rivolgermi, lunedì le contatterò e poi le presenterò a te- -una cosa che ho dimenticato di dirti è che non vorrei donne poco vestite per casa, a te non c’è stato motivo di dirlo, quando ci siamo conosciuti eri perfetta, ma se sono donne giovani, sappiano che le persone poco vestite non mi piacciono- -beh, io pensavo di dover cambiare il mio modo di vestire piuttosto antiquato a detta di mia sorella, mentre invece mi accorgo che è il contrario, ti dispiacerebbe se cambiassi il mi modo di vestire?- Carlo sbottò in una risata -dai, non farmi ridere, sicuramente saresti più attizzante, provocheresti situazioni imbarazzanti, ma io preferisco allacciare con te un rapporto di amicizia vera e di fiducia reciproca, non sapresti mai se i complimenti li farei a te in quanto Sabrina, oppure al tuo fisico che per me è già difficile non notare, però se continuiamo questi discorsi, mi fai diventare rosso e poi ricordati di mia moglie, lei è gelosissima, viviamo lontani per il momento, ma è gelosissima- Sabrina, aveva notato benissimo che Carlo era imbarazzato e rosso in viso, lo guardò sorridendo, divertita della situazione che però le lasciava la voglia di stuzzicare Carlo e vedere fino a che punto poteva fidarsi di lui nel considerarlo amico e quindi istaurare un rapporto anche confidenziale, o se invece come nelle situazioni in cui lei già si era trovata, mettere dei paletti -senti, per questo sabato pomeriggio non dobbiamo fare niente, quindi perché non facciamo una passeggiata fino al circolo con le bambine e prendiamo un gelato, da amici?- -ottima idea, andiamo- rispose tolto dall’imbarazzo Carlo, quindi chiamate le bambine, si avviarono a piedi.
Sabrina, raccontò a Carlo della sua famiglia e di come avevano reagito quando seppero che era incinta, ne parlò bene, Carlo non parlò della sua famiglia, aveva deciso che li avrebbe presentati a Sabrina solo al loro arrivo a Rapallo, poi cambiò decisamente discorso, rivolgendosi alle figlie di Sabrina -se vostra madre vi porterà spesso qui, possiamo comprare delle biciclette, una altalena, in giardino potreste passare dei bei pomeriggi dopo l’asilo, potremmo mettere anche una di quelle casette per i bambini, però vostra madre ha paura e vedrete che gliela faremo passare- le bambine non dettero peso alle parole di Carlo, ma Sabrina si e forse la vera paura di Sabrina era che le bambine si affezionassero più che al posto, a Carlo con cui vedeva andavano d’accordo, pensando come avrebbero preso il fatto che lui aveva dei figli e quindi per loro rimanesse solo un amico.


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