Anna, quale differenza Trovi tra
Imbrattare una Tela e Imbrattare una Pagina di un Libro? Tecnicamente, non ne
dovresti trovare nessuna, sei Espertissima di Arredamento di Interni, quindi
Arredare con parole una Pagina, dovrebbe rimanerti Piuttosto Facile, a me
all’Inizio era tutto Molto Difficile, avevo Deficienze in Italiano, Deficienze
che spero mio Padre mi abbia Aiutato a Superare.
Tutto sta nel proiettarsi in Avanti
con Le fantasie e ti confido un Segreto di Comunicazione tra me e i Miei
Fedelissimi.
Beh, ieri ti ho Detto, che io
All’Inizio, scrivevo per Proporre le Mie Vie che avrei preso per il Futuro,
partecipando a Concorsi Letterari sperando che ciò che scrivevo andasse agli
Occhi dei Miei Fedelissimi.
Ieri, ho scoperto che le Mie Speranze,
non erano Mal Riposte, sai? amici piuttosto Indisciplinati, (ma amici veri) già
hanno Anticipato il Finale del Mio Racconto che ti sto Proponendo per tenerti
Compagnia.
Beh, lo hanno Anticipato in
Semiologia, come Accadeva Molti anni Fa, e mi ha Fatto Molto Piacere,
Verificare che non Erano solo mie Fantasie.
Il Proiettarsi in Avanti con Racconti,
è una Maniera per Confidare Speranze, Sentimenti, e Desideri, che si Vorrebbero
Intraprendere e tutto questo, in un Romanzo, che Potrebbe poi risultare
Profezia, cosa dici, Cambio il Finale del Racconto? Un Abbraccio Intenso:
Filippo Salvini: !
-senti
Carlo, questa sera io ho chiesto un permesso dal lavoro, sai all’hotel faccio
due fasce di orario dalle undici alle tre e dalle diciannove alle ventitre, ma
questa sera volevo festeggiare con le gemelle e mia sorella, sai è la prima
volta che riscuoto duemila e cinquecento euro per un mese di lavoro e adesso
iniziando a conoscerti spero che il mese di prova ti soddisfi con il mio
operato, vuoi venire anche tu questa sera? Sai nulla di particolare, una pizza
e una birra- -beh io non vorrei rovinare una riunione di famiglia, se tu pensi
che io possa venire senza dare fastidio?- -non te lo avrei chiesto se pensavo
ciò e poi è meglio che spieghi meglio a mia sorella ciò che cerchi in me, io
l’ho accennato ma penso di aver fatto confusione- -allora d’accordo per che ora
devo essere pronto?E dove devo trovarmi?- Sabrina guardò l’orologio e disse:-
sono le sette e trenta, con mia sorella ho appuntamento davanti alla taverna,
chi arriva prima aspetta, se puoi possiamo anche andare? Sai non vorrei far
fare tardi alle gemelle!- Carlo accettò e cosi si avviarono, Anna cercò con lo
sguardo la mano di Carlo e lui accortosi le allungò la mano facendogli
l’occhiolino.
La
taverna, non era molto distante dalla piazzetta in cui si trovavano e fatto
qualche vicolo tra vetrine e gente che passeggiava, si trovarono davanti
all’ingresso, Sabrina si affacciò, ma non trovò la sorella con cui avevano
appuntamento, ma vedendo che all’interno del locale, alcuni tavoli erano già
occupati ed altri prenotati, disse a Carlo di entrare ed iniziare a sedersi.
Si
accomodarono in un tavolino vicino all’ingresso, l’unico nella sala rimasto
libero, che avrebbe potuto ospitare più di quattro persone.
Carlo
fece sedere, Sabrina a capo tavola, era la festeggiata, le gemelle si sedettero
una alla destra e l’altra alla sinistra di Sabrina, mentre Carlo si accomodò al
fianco di Michela e di fronte avrebbe dovuto sedersi la sorella di Sabrina, si
avvicinò un cameriere, per ordinare la tavolata, propose i menù e Sabrina con
voce dispiaciuta disse al cameriere:-la prego ci aspetti ancora qualche minuto,
per le ordinazioni, stiamo aspettando una persona- il cameriere sorrise e
-tranquilli
anche noi oggi siamo in ritardo, sa la legna per il forno, oggi non voleva
accendersi- Carlo si volse verso Michela - sai, io ancora non conosco nessuna
persona qui a Rapallo, mi sono trasferito da due settimane, quindi spero che
noi diventiamo buoni amici.-
La
bambina sorrise e Sabrina si inserì nel discorso -da dove si trasferisce qui a
Rapallo e come mai?- Carlo alzò gli occhi al cielo sbuffò sorridendo e -vivevo
nel Lazio, poco distante da Roma in un paese un po’ noioso, io sono il terzo di
cinque fratelli, quindi faccio parte di una famiglia numerosa, ma più passa il
tempo e più i legami familiari si allentano, un giorno ho deciso di
allontanarmi da quella cittadina e così ho iniziato a guardare tutte le
fotografie della mia vita, per vedere se almeno in un posto mi sarebbe piaciuto
andare a vivere o almeno a provare, mi capitò tra le mani una foto di quando
avevo all’incirca l’età delle gemelle ed ero ritratto mentre tentavo di
trainare un carro molto più grande di
me, ero ai margini di un ruscello, così visto che quella era la foto che mi
piacque di più, chiesi a mia madre dove era stata scattata, lei mi ricordò che
da bambini ci portava spesso qui a Rapallo, lei è di Rapallo e fin che è stata
in vita mia bisnonna, venivamo a trovarla e questo mi ha fatto scegliere il
posto dove trasferire la mia famiglia, sai mi sono rimasti pochi legami e quei
pochi che ho voglio trasferirli in un posto dove io ricordo un po’ di
serenità.-
Sabrina,
applaudì con un sorriso sulle labbra -beh è una storia di altri tempi, molto
romantica e sicuramente hai un lavoro che ti permetta di fare ciò, io ad
esempio non potrei fare una scelta del genere-
-veramente
io non lavoro, ho lavorato molto da giovane e adesso che ne ho la possibilità,
mi godo i frutti dedicandomi completamente alla mia famiglia, sai ho passato
anni terribili in passato ed ho capito con il tempo che al di fuori della
famiglia è tutto labile, effimero, tu stessa hai abbandonato i capricci di
gioventù, per le tue figliuole, a me piace dire che faccio l’agente segreto per
il paradiso, si, non ridete, sapete bambine potete farlo anche voi due, quando
dite le preghiere, perché voi dite le preghiere la sera vero?- le bambine
annuirono e lui continuò -insomma quando dite le preghiere, raccontate a DIO,
tutti i misfatti, tutti i torti e tutte le cose cattive che vedete durante la
giornata e poi dite: sia fatta la volontà di DIO, padre onnipotente e creatore
del cielo e della terra, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
anche sulla mia sorte e dopo esservi fatte il segno della croce, battete tre
volte le manine, così DIO, eseguirà la sua sentenza, senza il vostro giudizio,
perché solo DIO può giudicare, visto è semplice essere agenti segreti del
paradiso.- ci fu un sorriso generale, che però era di ammirazione e l’atmosfera
che si era fatta calda, fu interrotta dall’arrivo di Marisa, sorella di
Sabrina, che alzando il braccio si fece vedere al suo arrivo.
-Ti
presento Carlo, il mio datore di lavoro, lei è Marisa mia sorella e devo dire
anche mia amica- i due si strinsero la mano e Marisa disse:
-oggi
mi ha tenuta un’ora al telefono per raccontarmi dell’avvenimento, io le ho
detto di calmarsi con l’entusiasmo, sa a differenza di lei io cerco di tenere i
piedi per terra e sono anche un po’ diffidente e burbera, mi scusi se le faccio
una brutta impressione, ma tengo a mia sorella e mi spiacerebbe una delusione,
non la merita- - ha tutta la mia approvazione, è bella la complicità tra
sorelle e penso che se questa sera mi abbia invitato forse è proprio per farci
conoscere e poi le chiederà la sua approvazione- rispose Carlo ma Marisa
riprese
-bene
allora inizierò subito con il farle le mie scuse, oggi quando mia sorella mi ha
raccontato del vostro incontro e della proposta di lavoro, con l’assegno, io mi
sono permessa di chiedere informazioni su di lei, conosco un dipendente della
banca ed ho chiesto informazioni- Carlo sbottò in una risata e con l’aria di
chi volesse saperne di più, invitò Marisa a raccontare le sue scoperte, ma
Sabrina offesa disse:- tu hai fatto questo? E perché non mi hai detto nulla?-
-non
è tutto- continuò Marisa - ho anche chiesto informazioni a Lucia, è una mia
amica che lavora al commissariato di polizia di Genova, ripeto le chiedo scusa,
ma a Sabrina ci tengo e lei ha anche due bambine, sono molto vulnerabili- Carlo
per niente infastidito dell’accaduto e piuttosto divertito insistette - ma il
risultato delle sue indagini quale è, interessa anche me- Sabrina avrebbe
voluto sparire e ciò che la tratteneva dal fare una discussione con la sorella,
era l’aria divertita di Carlo, così rivolta alla sorella disse:- forza spara
tutto, ma questa me la paghi, non so come ma anche io ho il diritto di fare
delle scelte- allora Marisa rivolta verso Sabrina - vi ho chiesto scusa,
comunque l’impiegato della banca mi ha detto che un posto più sicuro lo avresti
potuto trovare solo alla banca d’Italia- - e la polizia- interruppe Carlo -ha
detto Lucia che hai una fedina penale immacolata, anzi un suo superiore l’ha
pure rimproverata- allora intervenne Anna con l’ingenuità di una bambina di quattro
anni - per forza, lui fa l’agente segreto del paradiso- tutti risero, ma
Sabrina rimase un po’ turbata dell’iniziativa della sorella, Carlo accortosi
dell’umore di Sabrina chiamò il cameriere ed ordinò delle birre, invitando
tutti ad un brindisi -brindiamo all’amicizia e che le male lingue se le porti
via, tranquilla Marisa non mi sono offeso, sono solidale con te, del fatto che
cerchi di proteggere tua sorella, però, penso che il forno sia pronto adesso,
quindi perché non ordiniamo le pizze?- Marisa allungò la mano verso Carlo -
Pace?- e Carlo -il dolce lo paghi tu ok?- e dopo un sorriso reciproco continuò
- io qui non ho un commercialista di fiducia, il mio è a Perugia, quindi perché
non ti occupi tu dell’inquadramento di tua sorella, non so con quale qualifica
possa essere inquadrata una persona che si prenda totalmente cura di una casa,
dalla spesa ai fiori e perché no anche dell’arredamento, insomma come se fosse
la direttrice di un piccolo albergo, ed io spero che ne abbia riguardo come se
ne fosse la proprietaria, per me dopo questa serata ed avervi conosciute, è
assunta, certo l’ultima parola spetta a lei.-
-E
dove è che hai preso casa dove svolgere il mio lavoro- chiese Sabrina a Carlo
-è un po’ fuori Rapallo in un residence, il villaggio dei musicisti, non so se
lo conosci, hai l’automobile per venire al lavoro almeno per i primi giorni,
poi ne acquisteremo una che sarà a disposizione del personale- Sabrina e Marisa
rimasero sorprese della collocazione della casa di Carlo, loro conoscevano quel
villaggio solo per sentito dire ed era molto di lusso, erano tutte ville molto
grandi e con grandi giardini e sempre per sentito dire l’estate si popolava di
veri ricconi.
Dopo
un po’ di silenzio Carlo riprese -ho idea che vogliate vederla la mia casa,
perché finita la cena non facciamo un salto li, sapete c’è anche un maneggio
con dei poni per i bambini, mi farebbe piacere portarci Anna e Michela, poi c’è
anche un circolo, potremmo finire la serata li, che ne dite?- - si Mamma
andiamo a vedere i poni- dissero prese dall’entusiasmo le bambine, mentre il
cameriere serviva in tavola le pizze ed ancora -mamma ci porti?-
-Va
bene, ma adesso mangiamo la pizza e fate le brave bambine- Carlo prese coltello
e forchetta ed iniziò a tagliare a spicchi la pizza di Michela, mentre Sabrina
quella di Anna e presa da un improvviso pianto Anna iniziò a fare i capricci
all’improvviso, Sabrina le chiese cosa avesse e lei -a Michela la pizza gliela
sta tagliando lui- continuando a piangere di tutto cuore, allora Carlo fermò
Sabrina e disse:-ecco solo un attimo e poi taglio anche la tua, sai: questa è
la più bella dichiarazione d’amore che mi abbiano mai fatto- e fece
l’occhiolino ad Anna, Marisa intanto baciando Anna ricordò che dopo sarebbero
andate a vedere i cavalli, così Anna si rincuorò e mangiarono.
Tra una battuta e l’altra con le bambine, il
clima diventò amichevole e spensierato, così tra un sorriso ed un sorso di
birra, la pizza finì.
-Allora
visto che devo pagare un debito, che dolce volete?- chiese sorridendo Marisa, Carlo
prese al balzo l’occasione -la pizza era grandissima, preferisco un caffè, ma
lo paghi al circolo, al villaggio dei musicisti, voi che ne dite? Sapete è la
prima volta che ci vado, quindi il fatto che mi presenterò questa sera con
quattro belle donne, dovrebbe fare effetto ai miei vicini- le quattro
accettarono la proposta sorridendo e dopo che Sabrina pagò si alzarono per
andare.
L’aria
era fresca, alle nove di sera, quindi dette un ondata di vitalità alla
comitiva, che si diresse verso l’hotel in cui alloggiava Carlo, era poco
distante dalla taverna, per prendere l’automobile ed andare a visitare la sua
casa, mentre Sabrina e Marisa ancora parlottavano e si beccavano sul fatto che
Marisa avesse esagerato nel richiedere informazioni su Carlo, Carlo invitò
tutti a salire a bordo e ad allacciarsi le cinture.
-Questa
l’ho presa a noleggio, lunedì, anche io dovrei comperare una macchina- e non
essendo Carlo pratico della strada per raggiungere il villaggio, le due donne
lo imboccarono, così da fargli fare una scorciatoia.
Arrivati
alla carraia che immetteva al villaggio, un vigilantes chiese da chi fossero
diretti, e Carlo spiegò che era il proprietario di una delle ville del
villaggio, dette il nome, il vigilantes controllò e li fece entrare, augurando
a tutti una buona serata.
-Allora
vediamo un po’, via Bach, via Bach dovrebbe essere la quarta traversa a destra,
sapete è la terza volta che vengo qui, la prima quando l’ho acquistata tre mesi
fa, poi con l’impresa di ristrutturazione ed oggi con voi, martedì l’impresa
dovrebbe consegnarmela e poi ci entrerò prima possibile, eccola questa è via
Bach e questo d’angolo è il numero uno, siamo arrivati, Marisa mi passi dal
cassettino il mazzo di chiavi con il comando del cancello?-
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