Allora Anna, questa è l’Ultima Parte
del Mio Racconto, Racconto, che Scrivevo Sperando andasse agli Occhi dei Miei
Fedelissimi, nei Primi Anni 2000.
Quelli erano gli Anni, in cui Venivo
Deriso, Accusato di Mafiosità e altre Bestemmie oltre che Condannato a Morte,
io ai Miei Fedelissimi, Parlavo di Futuro.
Condannato a Morte affinché mi
Potessero Derubare dell’Orto che mio Padre aveva Piantato: L’Italia.
Non ho Combattuto per Riguadagnare
questa Nazione, la Disprezzo ,
così come Vanno in Disprezzo a Mio Padre tutti quegli Orti che Lui Pianta e
Vignaioli Perfidi Provano a Rubarglieli, Vanno in Malora.
Non è il Potere il Nostro segreto,
quello lo Abbiamo a Sufficienza nel Nostro Regno, ma il Nostro Segreto Risiede
nella Semina di Orti, così come ITALY.A, Oggi è Talmente Apprezzato quell’Orto
da Mio Padre, che il Finale è il Suo Regno, certo non Posso Trasmettere a tutto
il Popolo le Mie Certezze, ma Posso
Riuscire a Tenerlo Unito con la Promessa che chi non Deruba nell’Orto che DIO
Pianta, può Aspirare a Quel Regno.
Io non Conosco il prodotto dell’Orto
che ho Seminato con Le Preziosi Semi di Mio Padre, sono Solo un Contadino nella
Sua Tenuta, Aro, Semino e Raccoglierò al Momento del Frutto Maturo, quando Mio
Padre Vedrà Scadere i Tempi: Con Amore: Filippo Salvini: !
Preso
il gelato, si fermarono a guardare i cavalli nel maneggio, poi a Sabrina arrivò
una telefonata, era la sorella che la invitava a mangiare una pizza per cena,
Sabrina disse a Marisa che avrebbe invitato anche Carlo se a lei stava bene, la
sorella acconsentì, ma Carlo chiese a Sabrina di dire a Marisa, di raggiungerli
al villaggio dei musicisti, avrebbe offerto lui la cena, prendendo da mangiare
al circolo, da portare a casa, così che avrebbero inaugurato la casa.
Marisa
accettò e li raggiunse, nemmeno il tempo di tornare a casa per Carlo, le
bambine e Sabrina, che Marisa arrivò.
Tutti,
si salutarono cordialmente e Carlo disse a Sabrina di far vedere la casa alla
sorella, nel frattempo lui con la macchina sarebbe andato a prendere da
mangiare al circolo.
Sabrina
illustrò completamente la casa e si confidò con la sorella
-non
dirmi che ti stai innamorando di Carlo- fu la risposta provocatoria di Marisa
-vedo che confidarsi con te non conviene, non mi sto innamorando, ma vorrei
proteggere me e le bambine, non so fino a che punto Carlo rimarrà così
affabile, anche dopo l’arrivo della moglie, insomma chi me lo dice che Carlo
sia realmente così come lo ho conosciuto?- la sorella di Sabrina, ci pensò un
po’ su e -purtroppo per queste risposte devi solo pazientare, questa è solo la
tua prima settimana di lavoro, quindi continua a dire che il periodo di prova
lo vuoi svolgere completamente, così poi una volta visto se la presenza della
moglie di Carlo modifica il suo comportamento, sei libera di scegliere, fortunatamente
sei sempre riuscita ad arrangiarti- -quello che dici è vero, ma finalmente ho
trovato un lavoro tranquillo e ben pagato, insomma un po’ di serenità e mi
spiacerebbe dover rinunciare, ma del resto, non sopporterei di essere stata
presa in giro, modificherebbe l’opinione che mi sono creata di Carlo, però
adesso andiamo in cucina, iniziamo ad apparecchiare, Carlo sarà qui a momenti-
le due ragazze apparecchiarono e chiamarono le bambine che giocavano in
giardino, il tempo di lavare le manine delle bambine, che Carlo arrivò con
diversi vassoi, Sabrina e Marisa si adoperarono per servire e così la serata
passo serena, senza la allusione ai dubbi di Sabrina.
Era
ormai tardi, quando Sabrina e Marisa, dopo aver ripulito la cucina si avviarono
all’uscita con le bambine e Carlo sempre con il sorriso sulle labbra dette
appuntamento per il lunedì, ricordando a Sabrina le commissioni che avrebbe
dovuto svolgere.
Passò veloce quella domenica, tra sport visto
in tv e letture di quotidiani, ed il lunedì, Carlo era pronto già di buon ora
per i giri che aveva programmato.
Con
Sabrina, si erano divisi i compiti, quindi avrebbero dovuto incontrarsi
direttamente per l’ora di pranzo, Carlo fece le commissioni che doveva e poi
telefonò a Sabrina -che ne dici di pranzare con le bambine?- Sabrina rispose
che prima di arrivare a casa di Carlo sarebbe andata a prenderle e così fece,
arrivarono a casa che Carlo era già ad attenderle e dopo mangiato, arrivò un
furgone con degli operai che istallarono delle altalene ed una casetta per
bambini nel giardino di Carlo -allora fai sempre le cose di testa tua- disse
Sabrina -vedi, mi piace l’idea di vedere bambini in questa casa e poi sai
benissimo che in famiglia siamo sette, sai devo pensare anche ai miei bambini-
Sabrina con aria sconsolata e visto l’entusiasmo delle figlie accettò la
risposta di Carlo.
Quei
giorni della prima settimana di settembre, trascorsero pieni di impegni per
Carlo e Sabrina, tanto che a stento riuscirono ad incontrarsi, giusto per
qualche caffè, ma rimanevano costantemente in contatto tramite i telefonini.
Sdraiato
nel divano del salone, Carlo, mentre guardava il telegiornale rifletteva che
era appena trascorsa la domenica, il lunedì avrebbe dato inizio alla sua ultima
settimana da solo a Rapallo, pensava a come avrebbe preso la sua famiglia
Sabrina, nei giorni passati si era prodigata molto per completare l’arredamento
e tutte quelle cose che mancavano in quella casa, aveva dato ampia
dimostrazione sia di capacità che di affidabilità, quindi per Carlo, stava per
arrivare la prova del nove, perché se Sabrina non avesse sposato il suo
progetto, di certo lui sarebbe rimasto solo e per quanto fosse ben convinto a
portarlo avanti, avrebbe dovuto cercare una persona di fiducia, sapendo che mai
sarebbe stata come Sabrina.
Le
cose che erano rimaste da fare, erano poche ma molto importanti, Carlo trasferì
la sua residenza a Rapallo, dicendo a Sabrina che anche se la sua famiglia non
fosse rimasta, lui di certo non sarebbe più tornato in dietro.
Così
tra burocrazia e ultimi impegni trascorsero anche quei giorni che lo portarono
al secondo sabato di settembre.
Con
Sabrina si dettero appuntamento per la mattina alle otto, lui mentre attendeva
si guardava in torno, cercando di immaginarsi la casa animata dai suoi
familiari, poi arrivò Sabrina, che aveva indossato un abito nuovo per
l’occasione, avendo cura di prendere un mazzo di fiori a sua detta per la
moglie di Carlo, così c’era scritto sul bigliettino, presero un caffè, fatto
dalla cuoca che Sabrina aveva assunto, ed insieme stabilirono il pranzo, Carlo
era d’accordo che avrebbe atteso la sua famiglia per pranzo.
C’era
emozione nel volto di Sabrina e nel suo animo anche un po’ di paura che Carlo
notò e cercò di far sparire, alle undici circa arrivarono un ragazzo e due ragazze,
Carlo li accolse garbatamente e gli mostro le loro camere, quelle del
personale, loro dissero che avevano preso il treno, con accento straniero, loro
si ritirarono nelle loro stanze per disfare le valige, Sabrina chiese a Carlo
quale era la loro mansione, ma Carlo rispose che poi avrebbe capito e che
avrebbe illustrato tutto a tavola.
Poco
dopo arrivarono con un taxi, altre due persone, questa volta anziane, Carlo le
presentò a Sabrina come lo zio, fratello della madre e la zia, sorella della
madre -loro abitano a Torino e sono venuti con il treno- Sabrina li accompagnò
alle loro stanze e andò subito da Carlo, di li a poco avrebbe conosciuto la
moglie di Carlo.
Non
passo molto tempo, che nel viale si intravide una grossa automobile, una
monovolume del tipo che avevano acquistato con Carlo, - questa è la mia
famiglia- disse sorridendo Carlo, Sabrina scrutò meglio e vide un signore alla
guida con a fianco una donna, penso che quella fosse la moglie, quindi preso il
mazzo di fiori si diresse alla portiera dell’automobile -benvenuta a Rapallo-
disse Sabrina alla giovane signora, lei accetto volentieri i fiori e ringraziò,
poi scesa dall’automobile aprì le portiere dietro e ne uscirono quattro anziani
signori, un uomo e tre donne, con una bambina di circa due anni, la giovane
signora prese la bambina e…-ecco zio Carlo, siamo arrivati- Carlo si avvicinò e
fece le presentazioni a Sabrina -mia sorella, mio cognato, mia madre, mio
padre, mia zia sorella di mio padre e questa signora è la mamma di mio cognato,
entrate poi scarichiamo le valige, dentro già ci sono tua sorella e tuo
fratello- disse Carlo alla madre.
Tutti
si salutarono con molto entusiasmo e presero posto a tavola che era già tutta
predisposta, poi prima di iniziare a mangiare, Carlo prese la parola -allora,
benvenuti a casa mia, come tutti potete vedere, è una casa che può ospitare
molte persone, quindi l’idea che mi è venuta in mente, realizzata anche dalla
collaborazione di Sabrina che vi presento, lei è il mio braccio destro, l’idea
dicevo è quella di far si che voi tutti, che siete le persone con cui mi sento
più legato, veniate a vivere qui, per trascorrere la vostra anzianità
serenamente e con tutte le dovute cure, ci sono tre badanti a vostra
disposizione, un uomo e due donne, una cuoca ed una cameriera, è mio desiderio
rendervi gli anni che vi restano sereni e spensierati, i vostri figli possono
venire a trovarvi a loro piacimento ed io penso che vivendo tutti insieme si
può sconfiggere la solitudine che a detta degli esperti è ciò che rende la vita
degli anziani piuttosto difficile, cosa ne pensate, rifletteteci mentre
mangiamo, buon appetito- tutti si guardarono in faccia, la proposta di Carlo
era stata piuttosto inaspettata, ma già da subito trovava il consenso degli
ospiti, che erano tutti chi più e chi meno legati da affetto familiare e l’idea
di trascorrere la loro anzianità insieme era piuttosto entusiasmante.
Sabrina
ripensò ai dubbi che l’avevano afflitta nei giorni passati e si sentì un po’
imbarazzata, ogni volta che il suo sguardo incrociava quello di Carlo.
Il
pranzo, passo tra domande degli ospiti a cui Carlo rispondeva e proposte su
come fare questa o l’altra cosa, in un clima spensierato, che poi era quello
che desiderava Carlo.
Alla
fine del pranzo, i familiari di Carlo erano stanchi del viaggio, quindi la
maggior parte di loro si ritirò nelle stanze a riposare, rimasero nel salone
solo Carlo, la madre e Sabrina che istruiva cuoca e cameriera, la madre volle
vedere meglio il giardino e fece una lunga chiacchierata con Carlo, poi anche
lei andò a riposare e Sabrina si avvicinò a Carlo -a dirti la verità mi sento
un po’ stupida, ma tutto avrei pensato tranne che il tuo progetto fosse stato
questo- -sai mi faceva piacere sentirmi un po’ litigato tra due donne, insomma
che qualcuna fosse gelosa di me- Sabrina arrossì e poi con un po’ di coraggio
chiese:-come mai non sei sposato, insomma come mai non hai una famiglia tutta
tua?- -in passato ci ho provato, ma non tutto è andato come doveva, poi mi sono
trovato a vivere con i miei genitori anziani e non avendo figli mi sono preso
cura di loro, sai all’inizio è stato traumatico, ma poi ho iniziato a vederli
come due bambini e più passava il tempo e più dipendevano da me, allora ho
avuto questa idea, allora accetti di lavorare con me?- -ne sono lusingata, sai
non avevo più fiducia del prossimo, ma frequentandoti e vedere l’entusiasmo che
hai messo in questo progetto, devo ricredermi, sono stata fortunata ad
incontrarti- Sabrina, abbracciò Carlo e continuò
-non
ti sto facendo la corte, ma devi sapere che sei la prima persona che stimo
veramente, ma dimmi ciò che hai fatto lo hai fato per loro o per te?- -beh, ho
sempre avuto l’impressione che mia madre avesse desiderato tornare a Rapallo,
rivivere la sua infanzia e gli altri li ho sempre visti un po’ rifiutati dai
figli, o almeno i figli non li consideravano con la stessa considerazione che
io ho per i miei genitori, anche i miei fratelli, sono presi dalla loro vita,
io sono libero, ho risorse che possono permettermi di fare ciò e quindi lo ho fatto.-
Sabrina
insistette -e perché mi parlavi di tua maglie, perché hai lasciato che io
credessi- Carlo sorrise -sai è una storia lunga ed anche difficile da credere,
io sono realmente sposato, ho una donna con cui ci siamo conosciuti tramite
internet e ci siamo promessi reciproca fedeltà, viviamo lontani lei parla
addirittura un’altra lingua, insieme abbiamo promesso di incontrarci quando
saremo anziani, per il momento ogni uno di noi, fa la vita per conto suo, ed io
le promesse le mantengo, ma ora conosci tutto di me ed io vorrei dirti che
capisco il motivo per cui non volevi che frequentassi le tue figliole, però
posso prometterti che anche se io non sarò mai il loro padre, perché tu meriti
una persona più giovane di me, però posso garantirti che mi prenderò cura di
loro, ho già avvertito il mio commercialista, di te e delle bambine, devi
credermi ho bisogno di te!- -ti prometto fedeltà, non ho parole per spiegarti
ciò che ho per la mente, ma devi sapere che puoi contare su di me per il resto
della tua vita.-
Crystal ship!
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