venerdì 27 settembre 2013

Noi Siamo Antichi Anna, il Regno di DIO ci Renderà la Quiete

Allora Anna, questa è l’Ultima Parte del Mio Racconto, Racconto, che Scrivevo Sperando andasse agli Occhi dei Miei Fedelissimi, nei Primi Anni 2000.
Quelli erano gli Anni, in cui Venivo Deriso, Accusato di Mafiosità e altre Bestemmie oltre che Condannato a Morte, io ai Miei Fedelissimi, Parlavo di Futuro.
Condannato a Morte affinché mi Potessero Derubare dell’Orto che mio Padre aveva Piantato: L’Italia.
Non ho Combattuto per Riguadagnare questa Nazione, la Disprezzo, così come Vanno in Disprezzo a Mio Padre tutti quegli Orti che Lui Pianta e Vignaioli Perfidi Provano a Rubarglieli, Vanno in Malora.
Non è il Potere il Nostro segreto, quello lo Abbiamo a Sufficienza nel Nostro Regno, ma il Nostro Segreto Risiede nella Semina di Orti, così come ITALY.A, Oggi è Talmente Apprezzato quell’Orto da Mio Padre, che il Finale è il Suo Regno, certo non Posso Trasmettere a tutto il Popolo le Mie Certezze, ma Posso  Riuscire a Tenerlo Unito con la Promessa che chi non Deruba nell’Orto che DIO Pianta, può Aspirare a Quel Regno.
Io non Conosco il prodotto dell’Orto che ho Seminato con Le Preziosi Semi di Mio Padre, sono Solo un Contadino nella Sua Tenuta, Aro, Semino e Raccoglierò al Momento del Frutto Maturo, quando Mio Padre Vedrà Scadere i Tempi: Con Amore: Filippo Salvini: !

Preso il gelato, si fermarono a guardare i cavalli nel maneggio, poi a Sabrina arrivò una telefonata, era la sorella che la invitava a mangiare una pizza per cena, Sabrina disse a Marisa che avrebbe invitato anche Carlo se a lei stava bene, la sorella acconsentì, ma Carlo chiese a Sabrina di dire a Marisa, di raggiungerli al villaggio dei musicisti, avrebbe offerto lui la cena, prendendo da mangiare al circolo, da portare a casa, così che avrebbero inaugurato la casa.
Marisa accettò e li raggiunse, nemmeno il tempo di tornare a casa per Carlo, le bambine e Sabrina, che Marisa arrivò.
Tutti, si salutarono cordialmente e Carlo disse a Sabrina di far vedere la casa alla sorella, nel frattempo lui con la macchina sarebbe andato a prendere da mangiare al circolo.
Sabrina illustrò completamente la casa e si confidò con la sorella
-non dirmi che ti stai innamorando di Carlo- fu la risposta provocatoria di Marisa -vedo che confidarsi con te non conviene, non mi sto innamorando, ma vorrei proteggere me e le bambine, non so fino a che punto Carlo rimarrà così affabile, anche dopo l’arrivo della moglie, insomma chi me lo dice che Carlo sia realmente così come lo ho conosciuto?- la sorella di Sabrina, ci pensò un po’ su e -purtroppo per queste risposte devi solo pazientare, questa è solo la tua prima settimana di lavoro, quindi continua a dire che il periodo di prova lo vuoi svolgere completamente, così poi una volta visto se la presenza della moglie di Carlo modifica il suo comportamento, sei libera di scegliere, fortunatamente sei sempre riuscita ad arrangiarti- -quello che dici è vero, ma finalmente ho trovato un lavoro tranquillo e ben pagato, insomma un po’ di serenità e mi spiacerebbe dover rinunciare, ma del resto, non sopporterei di essere stata presa in giro, modificherebbe l’opinione che mi sono creata di Carlo, però adesso andiamo in cucina, iniziamo ad apparecchiare, Carlo sarà qui a momenti- le due ragazze apparecchiarono e chiamarono le bambine che giocavano in giardino, il tempo di lavare le manine delle bambine, che Carlo arrivò con diversi vassoi, Sabrina e Marisa si adoperarono per servire e così la serata passo serena, senza la allusione ai dubbi di Sabrina.
Era ormai tardi, quando Sabrina e Marisa, dopo aver ripulito la cucina si avviarono all’uscita con le bambine e Carlo sempre con il sorriso sulle labbra dette appuntamento per il lunedì, ricordando a Sabrina le commissioni che avrebbe dovuto svolgere.
 Passò veloce quella domenica, tra sport visto in tv e letture di quotidiani, ed il lunedì, Carlo era pronto già di buon ora per i giri che aveva programmato.
Con Sabrina, si erano divisi i compiti, quindi avrebbero dovuto incontrarsi direttamente per l’ora di pranzo, Carlo fece le commissioni che doveva e poi telefonò a Sabrina -che ne dici di pranzare con le bambine?- Sabrina rispose che prima di arrivare a casa di Carlo sarebbe andata a prenderle e così fece, arrivarono a casa che Carlo era già ad attenderle e dopo mangiato, arrivò un furgone con degli operai che istallarono delle altalene ed una casetta per bambini nel giardino di Carlo -allora fai sempre le cose di testa tua- disse Sabrina -vedi, mi piace l’idea di vedere bambini in questa casa e poi sai benissimo che in famiglia siamo sette, sai devo pensare anche ai miei bambini- Sabrina con aria sconsolata e visto l’entusiasmo delle figlie accettò la risposta di Carlo.
Quei giorni della prima settimana di settembre, trascorsero pieni di impegni per Carlo e Sabrina, tanto che a stento riuscirono ad incontrarsi, giusto per qualche caffè, ma rimanevano costantemente in contatto tramite i telefonini.
Sdraiato nel divano del salone, Carlo, mentre guardava il telegiornale rifletteva che era appena trascorsa la domenica, il lunedì avrebbe dato inizio alla sua ultima settimana da solo a Rapallo, pensava a come avrebbe preso la sua famiglia Sabrina, nei giorni passati si era prodigata molto per completare l’arredamento e tutte quelle cose che mancavano in quella casa, aveva dato ampia dimostrazione sia di capacità che di affidabilità, quindi per Carlo, stava per arrivare la prova del nove, perché se Sabrina non avesse sposato il suo progetto, di certo lui sarebbe rimasto solo e per quanto fosse ben convinto a portarlo avanti, avrebbe dovuto cercare una persona di fiducia, sapendo che mai sarebbe stata come Sabrina.
Le cose che erano rimaste da fare, erano poche ma molto importanti, Carlo trasferì la sua residenza a Rapallo, dicendo a Sabrina che anche se la sua famiglia non fosse rimasta, lui di certo non sarebbe più tornato in dietro.
Così tra burocrazia e ultimi impegni trascorsero anche quei giorni che lo portarono al secondo sabato di settembre.
Con Sabrina si dettero appuntamento per la mattina alle otto, lui mentre attendeva si guardava in torno, cercando di immaginarsi la casa animata dai suoi familiari, poi arrivò Sabrina, che aveva indossato un abito nuovo per l’occasione, avendo cura di prendere un mazzo di fiori a sua detta per la moglie di Carlo, così c’era scritto sul bigliettino, presero un caffè, fatto dalla cuoca che Sabrina aveva assunto, ed insieme stabilirono il pranzo, Carlo era d’accordo che avrebbe atteso la sua famiglia per pranzo.
C’era emozione nel volto di Sabrina e nel suo animo anche un po’ di paura che Carlo notò e cercò di far sparire, alle undici circa arrivarono un ragazzo e due ragazze, Carlo li accolse garbatamente e gli mostro le loro camere, quelle del personale, loro dissero che avevano preso il treno, con accento straniero, loro si ritirarono nelle loro stanze per disfare le valige, Sabrina chiese a Carlo quale era la loro mansione, ma Carlo rispose che poi avrebbe capito e che avrebbe illustrato tutto a tavola.
Poco dopo arrivarono con un taxi, altre due persone, questa volta anziane, Carlo le presentò a Sabrina come lo zio, fratello della madre e la zia, sorella della madre -loro abitano a Torino e sono venuti con il treno- Sabrina li accompagnò alle loro stanze e andò subito da Carlo, di li a poco avrebbe conosciuto la moglie di Carlo.
Non passo molto tempo, che nel viale si intravide una grossa automobile, una monovolume del tipo che avevano acquistato con Carlo, - questa è la mia famiglia- disse sorridendo Carlo, Sabrina scrutò meglio e vide un signore alla guida con a fianco una donna, penso che quella fosse la moglie, quindi preso il mazzo di fiori si diresse alla portiera dell’automobile -benvenuta a Rapallo- disse Sabrina alla giovane signora, lei accetto volentieri i fiori e ringraziò, poi scesa dall’automobile aprì le portiere dietro e ne uscirono quattro anziani signori, un uomo e tre donne, con una bambina di circa due anni, la giovane signora prese la bambina e…-ecco zio Carlo, siamo arrivati- Carlo si avvicinò e fece le presentazioni a Sabrina -mia sorella, mio cognato, mia madre, mio padre, mia zia sorella di mio padre e questa signora è la mamma di mio cognato, entrate poi scarichiamo le valige, dentro già ci sono tua sorella e tuo fratello- disse Carlo alla madre.
Tutti si salutarono con molto entusiasmo e presero posto a tavola che era già tutta predisposta, poi prima di iniziare a mangiare, Carlo prese la parola -allora, benvenuti a casa mia, come tutti potete vedere, è una casa che può ospitare molte persone, quindi l’idea che mi è venuta in mente, realizzata anche dalla collaborazione di Sabrina che vi presento, lei è il mio braccio destro, l’idea dicevo è quella di far si che voi tutti, che siete le persone con cui mi sento più legato, veniate a vivere qui, per trascorrere la vostra anzianità serenamente e con tutte le dovute cure, ci sono tre badanti a vostra disposizione, un uomo e due donne, una cuoca ed una cameriera, è mio desiderio rendervi gli anni che vi restano sereni e spensierati, i vostri figli possono venire a trovarvi a loro piacimento ed io penso che vivendo tutti insieme si può sconfiggere la solitudine che a detta degli esperti è ciò che rende la vita degli anziani piuttosto difficile, cosa ne pensate, rifletteteci mentre mangiamo, buon appetito- tutti si guardarono in faccia, la proposta di Carlo era stata piuttosto inaspettata, ma già da subito trovava il consenso degli ospiti, che erano tutti chi più e chi meno legati da affetto familiare e l’idea di trascorrere la loro anzianità insieme era piuttosto entusiasmante.
Sabrina ripensò ai dubbi che l’avevano afflitta nei giorni passati e si sentì un po’ imbarazzata, ogni volta che il suo sguardo incrociava quello di Carlo.
Il pranzo, passo tra domande degli ospiti a cui Carlo rispondeva e proposte su come fare questa o l’altra cosa, in un clima spensierato, che poi era quello che desiderava Carlo.
Alla fine del pranzo, i familiari di Carlo erano stanchi del viaggio, quindi la maggior parte di loro si ritirò nelle stanze a riposare, rimasero nel salone solo Carlo, la madre e Sabrina che istruiva cuoca e cameriera, la madre volle vedere meglio il giardino e fece una lunga chiacchierata con Carlo, poi anche lei andò a riposare e Sabrina si avvicinò a Carlo -a dirti la verità mi sento un po’ stupida, ma tutto avrei pensato tranne che il tuo progetto fosse stato questo- -sai mi faceva piacere sentirmi un po’ litigato tra due donne, insomma che qualcuna fosse gelosa di me- Sabrina arrossì e poi con un po’ di coraggio chiese:-come mai non sei sposato, insomma come mai non hai una famiglia tutta tua?- -in passato ci ho provato, ma non tutto è andato come doveva, poi mi sono trovato a vivere con i miei genitori anziani e non avendo figli mi sono preso cura di loro, sai all’inizio è stato traumatico, ma poi ho iniziato a vederli come due bambini e più passava il tempo e più dipendevano da me, allora ho avuto questa idea, allora accetti di lavorare con me?- -ne sono lusingata, sai non avevo più fiducia del prossimo, ma frequentandoti e vedere l’entusiasmo che hai messo in questo progetto, devo ricredermi, sono stata fortunata ad incontrarti- Sabrina, abbracciò Carlo e continuò
-non ti sto facendo la corte, ma devi sapere che sei la prima persona che stimo veramente, ma dimmi ciò che hai fatto lo hai fato per loro o per te?- -beh, ho sempre avuto l’impressione che mia madre avesse desiderato tornare a Rapallo, rivivere la sua infanzia e gli altri li ho sempre visti un po’ rifiutati dai figli, o almeno i figli non li consideravano con la stessa considerazione che io ho per i miei genitori, anche i miei fratelli, sono presi dalla loro vita, io sono libero, ho risorse che possono permettermi di fare ciò e quindi lo ho fatto.-
Sabrina insistette -e perché mi parlavi di tua maglie, perché hai lasciato che io credessi- Carlo sorrise -sai è una storia lunga ed anche difficile da credere, io sono realmente sposato, ho una donna con cui ci siamo conosciuti tramite internet e ci siamo promessi reciproca fedeltà, viviamo lontani lei parla addirittura un’altra lingua, insieme abbiamo promesso di incontrarci quando saremo anziani, per il momento ogni uno di noi, fa la vita per conto suo, ed io le promesse le mantengo, ma ora conosci tutto di me ed io vorrei dirti che capisco il motivo per cui non volevi che frequentassi le tue figliole, però posso prometterti che anche se io non sarò mai il loro padre, perché tu meriti una persona più giovane di me, però posso garantirti che mi prenderò cura di loro, ho già avvertito il mio commercialista, di te e delle bambine, devi credermi ho bisogno di te!- -ti prometto fedeltà, non ho parole per spiegarti ciò che ho per la mente, ma devi sapere che puoi contare su di me per il resto della tua vita.-

                                                                                 Crystal ship!





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