Beh, difficile poi riuscire a Scoprire
cose in Realtà di quel Racconto, in Semiologia, che proponevo come
anticipazione ai Miei Fedelissimi, sia io Riuscito a Realizzare e quindi quanto
potesse rimanere a Profezia.
Chissà se sia riuscito ad Arredare poi
quel Castello che mi proponevo e chissà in quel Caso, se qualcuna ne Abbia
preso la Gestione
e Guidi con Sicurezza quella Comunità che avrei Voluto Riunire Amministrandone
i Beni che mi Sono Proposto di Realizzare in Passato: Boh!
Aveva
anche fatto un po’ di spesa, riempiendo il frigorifero per far si che la cucina
assumesse una impressione di casa vissuta.
Mentre
aspettava, cercava di immaginare la moglie di Carlo e tutta la sua famiglia e
quei pensieri la fecero preoccupare, perché con Carlo si era intesa a
meraviglia, quindi si chiedeva come fosse stato il rapporto con la moglie,
iniziava a pensare che le sarebbe dispiaciuto lasciare quel lavoro, se non
fossero andate d’accordo, anche perché in quei giorni che aveva frequentato il
villaggio dove risiedeva Carlo, si era trovata subito a suo agio con la gente
che aveva conosciuto.
Verso
le undici e mezzo arrivò a Sabrina una telefonata, era Carlo
-sarò
a Rapallo per mezzogiorno, dove ci incontriamo nel pomeriggio?- -se vieni
direttamente a casa tua, io posso aspettarti qui anche per mezzogiorno- -va
bene, allora aspettami, ciao- Sabrina, mise in bella vista un vaso con un gran
mazzo di fiori ed un bigliettino di buon augurio a Carlo, poi uscì in giardino
per distrarsi ed attendere Carlo.
Imboccato
il viale che portava a casa sua, Carlo vide subito Sabrina, che gli si fece
incontro con il sorriso sulle labbra, scese dall’auto e salutò calorosamente
Sabrina -allora, come ti sei trovata a fare tutta da sola?- -lo saprò solo dopo
il tuo giudizio, vieni a vedere, entriamo in casa- -vedo che non ho sbagliato a
darti piena fiducia- disse Carlo dopo un giro veloce per la casa -bravissima è
tutto perfetto, non hai dimenticato nulla, neppure i fiori per il benvenuto,
grazie!- - spero che piaccia anche alla tua famiglia- -non ti preoccupare di
quello, il più criticone sono io- -vieni, inauguriamo la cucina con un caffe,
oppure se vuoi possiamo farci un panino e mangiare qui, che ne dici?-
-se
tu sei libera per pranzo, il panino va benissimo, c’è il vino?-
Sabrina
iniziò a sentirsi veramente gratificata e per la prima volta, anche orgogliosa
del lavoro che aveva svolto, ma una cosa che la tormentava, era il dubbio se
fosse andata d’accordo anche con la moglie di Carlo, insomma se avesse avuto la
stessa intesa.
-ho
portato due pupazzi per tue figlie, due mucche svizzere, le do a te oppure le
porti qui uno di questi giorni?- - sai Carlo, non vorrei far affezionare le
bambine a questo posto, ho paura che poi io non vada d’accordo con la tua
famiglia e quindi il pensiero che con tua moglie possa essere più difficile
andare in sintonia e magari che a lei io non vada bene nel lavoro, mi
porterebbe a lasciare questo lavoro, per tornare alla vita di sempre- Carlo
fece una smorfia con la bocca, si versò un po’ di vino -sentivo che nell’aria
c’era qualche problema, ma mai avrei pensato fosse questo, sai non potevo
proprio calcolarlo, insomma tu avresti paura di mia moglie?- Sabrina con un
gesto fece capire che in quel momento, il problema era quello.
Carlo
posò il panino, che Sabrina aveva fatto e dopo un profondo respiro disse:-penso
che tu debba avere più fiducia, nella gente ma soprattutto in te, io in questo
momento non voglio rassicurarti, ma vedrai che se il problema che ti affligge è
questo, il giorno che conoscerai la mia famiglia svanirà, comunque ciò che devi
sapere è che dovrai essere e comportarti così come hai fatto in questi giorni,
hai la mia piena fiducia.-
Poi
chiacchierarono ancora del più e del meno, finirono il panino e presero il
caffè, riassettarono la cucina ed uscirono in giardino, Carlo si accese una
sigaretta, mentre Sabrina gli raccontava i giorni passati con gli addetti al
montaggio dei mobili.
Carlo
disse a Sabrina che la sera stessa sarebbe entrato a vivere in quella casa,
quindi disse che sarebbero andati a svuotare la camera d’albergo, quando lei lo
riteneva opportuno, lei fece capire che l’avrebbe accompagnato anche subito,
quindi andarono.
Così
mentre Sabrina, si fermò a parlare con Agostino, per raccontargli la sua nuova
esperienza, Carlo salì in camera a rifare le valige, non perse molto tempo e
poco dopo era a saldare il conto.
Non
volle intromettersi nei discorsi di Sabrina e Agostino, quindi rimase in
disparte ad attenderla.
Ogni
tanto Carlo buttava l’occhio verso i due che chiacchieravano e vedeva i due molto
presi dai discorsi che stavano facendo, attese ancora un po’ e poi vide che si
salutarono, Sabrina raggiunse Carlo e tornarono alla villa, però Carlo convinse
Sabrina ad andare a prendere le due figlie, per passare il pomeriggio insieme.
Arrivate
a casa di Carlo, le bambine trovarono i loro pupazzi, cosa che le rese felici,
poi corsero in giardino a giocare, mentre Carlo e Sabrina prendevano appunti
sulle cose che ancora mancavano in casa, i due si divisero i compiti per quella
che avrebbe dovuto essere la prima settimana di settembre.
-hai
già l’idea di chi assumere per la cucina e per le pulizie?- chiese Carlo
aggiungendo -in cucina preferisco chi sappia cucinare tradizionale, non mi
piacciono tutti quei gne gne gne dei grandi cuochi e per cortesia cerca persone
semplici, che sappiano apprezzare un ambiente familiare- -penso di sapere a chi
rivolgermi, lunedì le contatterò e poi le presenterò a te- -una cosa che ho
dimenticato di dirti è che non vorrei donne poco vestite per casa, a te non c’è
stato motivo di dirlo, quando ci siamo conosciuti eri perfetta, ma se sono
donne giovani, sappiano che le persone poco vestite non mi piacciono- -beh, io
pensavo di dover cambiare il mio modo di vestire piuttosto antiquato a detta di
mia sorella, mentre invece mi accorgo che è il contrario, ti dispiacerebbe se
cambiassi il mi modo di vestire?- Carlo sbottò in una risata -dai, non farmi
ridere, sicuramente saresti più attizzante, provocheresti situazioni
imbarazzanti, ma io preferisco allacciare con te un rapporto di amicizia vera e
di fiducia reciproca, non sapresti mai se i complimenti li farei a te in quanto
Sabrina, oppure al tuo fisico che per me è già difficile non notare, però se
continuiamo questi discorsi, mi fai diventare rosso e poi ricordati di mia moglie,
lei è gelosissima, viviamo lontani per il momento, ma è gelosissima- Sabrina,
aveva notato benissimo che Carlo era imbarazzato e rosso in viso, lo guardò
sorridendo, divertita della situazione che però le lasciava la voglia di
stuzzicare Carlo e vedere fino a che punto poteva fidarsi di lui nel
considerarlo amico e quindi istaurare un rapporto anche confidenziale, o se
invece come nelle situazioni in cui lei già si era trovata, mettere dei paletti
-senti, per questo sabato pomeriggio non dobbiamo fare niente, quindi perché
non facciamo una passeggiata fino al circolo con le bambine e prendiamo un
gelato, da amici?- -ottima idea, andiamo- rispose tolto dall’imbarazzo Carlo,
quindi chiamate le bambine, si avviarono a piedi.
Sabrina,
raccontò a Carlo della sua famiglia e di come avevano reagito quando seppero
che era incinta, ne parlò bene, Carlo non parlò della sua famiglia, aveva
deciso che li avrebbe presentati a Sabrina solo al loro arrivo a Rapallo, poi
cambiò decisamente discorso, rivolgendosi alle figlie di Sabrina -se vostra
madre vi porterà spesso qui, possiamo comprare delle biciclette, una altalena,
in giardino potreste passare dei bei pomeriggi dopo l’asilo, potremmo mettere
anche una di quelle casette per i bambini, però vostra madre ha paura e vedrete
che gliela faremo passare- le bambine non dettero peso alle parole di Carlo, ma
Sabrina si e forse la vera paura di Sabrina era che le bambine si
affezionassero più che al posto, a Carlo con cui vedeva andavano d’accordo,
pensando come avrebbero preso il fatto che lui aveva dei figli e quindi per
loro rimanesse solo un amico.
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