Ciao Anna, beh. Non credevo avessi tu
Tanti Impegni, non te ne avrei proposti Altri, del Tipo Perderti nello scrivere
un Romanzo, che adesso non saprei neppure se Rientra nei Tuoi Gusti.
Ma è da qualche giorno, che non ne
Azzecco Una, sai un Tizio, sono un Paio di Giorni, che mi da Del Malato
Mentale, commentando i Miei Commenti sulla Pagina FB di Omnibus e neppure Posso
Rispondere, perché mi hanno Di nuovo Bloccato FB.
E Visto che poi di Compagnia ne hai da
Vendere, credo che anche Proporti di Leggere un mio Racconto, non sia stata una
Buona Idea, che abbia ragione quel Tizio che mi da del Malato Mentale? Beh,
ormai la Frittata
è fatta, non che mi Porti ancor più demerito, Perseverare, di Brutte Figure
credo di Averne Fatte tante, da quando scrivo, beh comunque stiano le Cose,
credo di Essere in Buona Fede e sono contento, che tu Sia Serena, un Abbraccio:
Filippo Salvini: !
Aperto
il cancello apparve a tutti il viale illuminato, fiancheggiato da un bel
giardino e molto grande, prima della villa c’era la piscina, con al fianco una
costruzione di legno e grandi vetrate, Carlo disse era la palestra.
Con
l’auto sostarono nel largo davanti all’ingresso, Carlo disse che i garage erano
dietro la villa, scesero ed all’ingresso Carlo fece gli onori di casa -ecco qui
è dove probabilmente qualche volta litigheremo e mi farebbe piacere che sin da
adesso la considerasse casa sua- Sabrina e le bambine rimasero incantate
davanti alla scalinata che portava ai piani superiori -non chiedetemi dove sia
quella o l’altra stanza, perché ancora non lo so, martedì l’architetto ci
illustrerà tutto, poi per arredarla, se te la senti tu, possiamo provarci
insieme, altrimenti incaricheremo l’architetto, io conto di trasferirmi qui al
più presto possibile, voglio iniziare subito il mio progetto-
-Quante stanze sono?- chiese Marisa mentre
tutti curiosavano di qua e di la, Carlo si grattò la testa e -da letto sono
nove e tutte al pino superiore e con bagno, poi ce ne sono altre tre per il
personale a pian terreno, complessivamente non lo so, guarda ho fatto montare
anche un ascensore ed un monta scale, per quando sarò vecchio, comunque penso
che abbiamo visto abbastanza e poi così vuota mi mette tristezza, bambine che
ne dite di andare a vedere i cavalli?- le bambine prese dall’entusiasmo, si
avviarono subito all’uscita, cosi a Carlo, Sabrina e Marisa, non restò che
seguirle.
Chiusa
la casa e risaliti sull’auto, si avviarono al circolo dove c’èra anche il
maneggio, tutti i viali erano illuminati, e si vedeva gente che passeggiava al
fresco di fine agosto, bambini in bicicletta e famiglie che mentre
passeggiavano mangiavano il gelato, a bassissima velocità i passeggeri rimasero
ben impressionati del luogo, così Carlo disse:
-Sai
Sabrina, al lavoro se ti va, puoi portare anche le gemelle, hai visto il
giardino, sono sicuro che a noi non daranno fastidio, anzi, però questa sono
decisioni che devi prendere tu- -beh, noi abitiamo in un appartamento in
centro, con i miei genitori, sono sicuro che verrebbero volentieri, però sono
rimasta un po’ scioccata da quello che ho visto, ho paura di non essere
all’altezza, non saprei nemmeno da dove iniziare per esempio ad arredarla,
credo sia meglio che incarichi l’architetto- Carlo ci pensò un po’ su e -guarda
facciamo una cosa, io incarico l’architetto, però mi farebbe piacere che il
parere definitivo sia il tuo, in fin dei conti dovrai passare molte ore qui e
quindi potrai valutare più tu la funzionalità dall’arredamento, non
preoccuparti della mia famiglia, sto facendole una sorpresa, a me fa piacere che
sia tu ad aiutarmi a realizzare il mio progetto, a me lasci il mio studio, a
quello ci penso io, ecco siamo arrivati, bambine, prima facciamo pagare il
caffè a vostra zia e poi andiamo a vedere i cavalli e se vostra madre non ha
nulla in contrario vi faccio fare anche un giro sui poni, che ne dite?- le
bambine assordarono tutti con un -si!- e rivolte verso la madre -ci mandi
mamma?- -ho un po’ di timore, però visto che siete così entusiaste, ok!-
Entrati
al bar del circolo, si immersero in una atmosfera soft, in un angolo c’èra un
pianista che suonava e cantava canzoni di altri tempi, quelle che ormai
ricordano solo persone più anziane, era piuttosto affollato ed il mormorio
della gente ai tavolini era gradevole, come la luce soffusa nel locale era in
armonia con la musica, trovarono posto e si sedettero, il cameriere arrivò e
dopo aver salutato chiese cosa prendessero, fu Marisa che volendo festeggiare
la sorella, felice di cosa le stava accadendo, chiese al cameriere tre flute di
spumante, per brindare alla sorella, Carlo accettando l’invito al brindisi,
chiese se era possibile avare del brut a differenza delle due donne, le bambine
non presero nulla, ma ricordarono a tutti che dopo avrebbero voluto andare sui
poni.
Sabrina,
Marisa e Carlo, non potettero fare a meno di notare che le bambine soffrissero
un po’ d’impazienza, quindi finito il brindisi, Marisa chiese al cameriere il
conto, il cameriere si avvicinò e disse che era tutto a posto, il direttore
voleva dare il benvenuto ai nuovi ospiti del villaggio, da parte di tutti gli
ospiti, Carlo ringraziò ed uscirono.
L’entusiasmo
delle bambine, era alle stelle, mentre si avviarono al maneggio, ed arrivati
alla staccionata Sabrina chiese alle figlie se erano veramente decise a fare il
giro sui poni, Carlo chiamò l’istruttore e Sabrina chiese:-posso stare
tranquilla per le bambine?- l’istruttore fece notare che i bambini che già
stavano montando, indossavano tutti il casco e che i poni erano veramente
tranquilli.
Così arrivò il momento per le gemelle di
indossare il casco, l’istruttore le sollevò una alla volta e si ritrovarono in
sella ai poni -mamma guardami- disse con
voce felice Michela -stai attenta-
rispose con apprensione Sabrina, Marisa tirò fuori il telefonino ed iniziò a
scattare foto alle bambine, che presa la cosa seriamente seguivano con
attenzione le indicazioni dell’istruttore, mostrando sempre più sicurezza nel
cavalcare.
Passò
presto quella mezz’ora per le bambine, che al richiamo dell’istruttore e
rimesse sulla terra ferma, iniziarono i loro racconti sull’esperienza appena
fatta, l’istruttore disse che le bambine avevano il portamento giusto per
andare a cavallo e che erano molto attente ai consigli, quindi fece i
complimenti e loro chiesero subito alla madre se avessero potuto ritornare sui
poni? -poi vediamo- fu la risposta di Sabrina che tranquillizzata dalla discesa
dai poni delle figlie, tornò di umore gradevole ed alla vista delle foto
scattate da Marisa, iniziò a sorridere e fece commenti sulle figlie.
Salirono
subito in macchina per tornare a casa, Sabrina fece notare che stavano tardando
e non voleva far preoccupare i genitori, il viaggio di ritorno fu breve e Carlo
accompagnò tutti a casa, si salutarono ed egli tornò in albergo, anche per lui
la giornata era finita, ed andò a dormire.
Il
mattino seguente Carlo, fece il solito giro di telefonate alla sua famiglia, e
poi decise di chiamare l’architetto, gli affidò l’incarico di arredare la casa,
dicendogli che però l’ultima parola era di Sabrina, persona di sua fiducia e
che martedì, li avrebbe fatti incontrare, chiedendo di buttare giù qualche idea
entro martedì, poi si mise a leggere il giornale che gli avevano portato con la
colazione e mentre leggeva il giornale si appuntava su di un notes, ciò che
avrebbe dovuto fare in giornata.
Verso
le dieci e trenta scese dalla camera, si diresse al bar per un caffè ed
incontro Agostino, Carlo ringraziò per avergli fatto conoscere Sabrina e chiese
se poteva dire a Sabrina che alle tre, finito il suo turno potesse raggiungerlo
al bar, voleva metterla in contatto con l’architetto e poi se Sabrina fosse
stata libera, andare ad ordinare la biancheria per la casa, o almeno affidare
questo compito a Sabrina,
Agostino
disse che avrebbe riportato il messaggio e Carlo uscì.
Si
diresse dritto ad un negozio di giocattoli, che era a pochi passi dall’hotel,
voleva acquistare un regalo per Anna e Michela, ne uscì con due bambole di
pezza, ben incartate e con i bigliettini, non conoscendo bene le bambine, le
prese identiche così che non litigassero, poi con i pacchetti tra le mani si
diresse in banca, doveva sbrigare delle commissioni.
Ne
uscì solo per l’ora di pranzo, quindi si diresse direttamente all’hotel dove
alloggiava ed entrato andò subito nella sala da pranzo, si sedette ed attese di
essere servito.
Erano
le due passate, quando fini di pranzare, quindi salì in camera per rinfrescarsi
e poi si diresse direttamente al bar ad attendere Sabrina.
Chiacchierò
un po’ con il cameriere al banco di calcio e dopo poco arrivò Sabrina -ciao, mi
cercavi? Ti ho raggiunto appena finito con il lavoro, dimmi tutto- -senti se tu
sei libera, vorrei innanzitutto darti il numero di telefono dell’architetto,
gli ho già parlato di te, quindi se hai qualche idea puoi comunicargliela,
altrimenti ci si vede tutti martedì, poi volevo chiederti, se conosci un
magazzino di biancheria, sai lenzuola, asciugamani, insomma tutte quelle cose
che serviranno, ci si potrebbe andare- -guarda Carlo, io oggi avevo promesso di
andare al centro commerciale con le gemelle, però se vieni anche tu, possiamo
guardare anche per la biancheria, per i tendaggi vediamo prima l’arredamento,
tanto ormai si tratta di pochi giorni, però, dobbiamo andare subito, perché io
alle sette devo tornare al lavoro. Ok?- -benissimo io sono pronto- e si
avviarono alla macchina, saliti Carlo disse:-senti questa mattina ho comprato
un pensierino per le tue bambine, però non vorrei che tu prendessi male la mia
iniziativa-
-stai
tranquillo, mi fa piacere, anche io quando posso le vizio un po’.-
Passarono
subito a prendere le bambine, a casa di Sabrina, Carlo fece trovare sui loro
sedili, i due pacchetti, ma non li fece aprire prima di avergli allacciato la
cintura.
Le
bambine ringraziarono e dopo aver scartato i pacchetti, rimasero entusiaste
delle bambole, la madre le invitò a trovargli un nome ed intavolando questo
dibattito con le figlie, iniziò a pensare che forse anche per lei era giunta un
po’ di serenità, certo Carlo aveva una famiglia, quindi non poteva vederlo come
un aspirante padre per le sue figlie, ma se non altro, serenità economica con
un lavoro che le avrebbe permesso di stare di più con le figlie ed in
situazioni più serene.
Così
con le bambine che giocavano con le bambole e lei che rifletteva sulla nuova
occupazione, ben presto si trovarono al parcheggio del centro commerciale.
Le
bambine tennero ben strette le loro bambole, non volendo lasciarle in macchina,
così scesi, si immersero nella confusione che animava il centro commerciale.
-Allora,
hai fatto un conto approssimativo, una lista di ciò che ti serve?- chiese Sabrina
a Carlo, lui storcendo un po’ la bocca -sai io sono una frana per queste cose,
confidavo nelle tue capacità, calcoliamo le camere da letto, sono nove al piano
superiore e tre a quello inferiore per il personale, calcolando tre cambi
estivi e tre invernali, almeno per il momento, dovrebbero essere ventisette
estivi e ventisette invernali , tutti matrimoniali, così sarebbe tutto completo
per iniziare il mio progetto, tu che ne pensi, sai per iniziare non mi serve
roba elegante, di qualità si ma non elegante, poi ognuno la propria biancheria
se la personalizza come vuole- -certo che devi avere una famiglia numerosa,
quanti siete?- - sette di famiglia, tre di personale che porterò, più quello
che deciderai di assumere, ma quello verrà giornalmente, poi devo considerare
che spesso avremo ospiti, fratelli sorelle, da ospitare con le loro famiglie,
insomma ci sarà spesso confusione, altrimenti non ti avrei cercata per aiutarmi
nel mio progetto, fin che non ci presentassero, ero solo nel realizzarlo e
tutto deve essere pronto per il secondo sabato di settembre è allora che
arriveranno tutti- - ei ma mancano solo tre settimane- -già io ho calcolato
tutta la prossima settimana, per l’arredamento e le altre due per iniziare ad
avviare il tutto, vedrai che poi ti piacerà, sarà come gestire un ostello, con
poco tempo per annoiarsi, per il giardino fortunatamente mi hanno presentato
una ditta che cura anche gli altri giardini del villaggio, ma per il resto
saremo soli io e te, nutro gran fiducia- -sai io non so cosa pensare, è tutto
cosi strano e poi tu, sembri spuntato da un altro pianeta, hai sempre così
tanta fiducia nelle persone?- -mi fido della mia prima impressione, raramente
sbaglio e sono sicuro che se c’è una persona che possa aiutarmi, quella sei
tu!-
Entrati
nel locale che vendeva biancheria Sabrina sbrigò tutto velocemente, Carlo se la
guardava e l’ascoltava con attenzione, la merce non era tutta disponibile, ma
avrebbero fatto la consegna per la prima settimana di settembre, Sabrina si
districò abilmente dal suo primo incarico e a Carlo non rimase solo che pagare
il tutto.