mercoledì 25 settembre 2013

beh, mi riuscirebbero meglio Lezioni di Ozio e Pazzia, Come il Capitano Murdock di A TEAM Tra Pazzi ci Intendiamo Meglio, non Serve uno Psichiatra da Decodificatore

Ciao Anna, beh. Non credevo avessi tu Tanti Impegni, non te ne avrei proposti Altri, del Tipo Perderti nello scrivere un Romanzo, che adesso non saprei neppure se Rientra nei Tuoi Gusti.
Ma è da qualche giorno, che non ne Azzecco Una, sai un Tizio, sono un Paio di Giorni, che mi da Del Malato Mentale, commentando i Miei Commenti sulla Pagina FB di Omnibus e neppure Posso Rispondere, perché mi hanno Di nuovo Bloccato FB.
E Visto che poi di Compagnia ne hai da Vendere, credo che anche Proporti di Leggere un mio Racconto, non sia stata una Buona Idea, che abbia ragione quel Tizio che mi da del Malato Mentale? Beh, ormai la Frittata è fatta, non che mi Porti ancor più demerito, Perseverare, di Brutte Figure credo di Averne Fatte tante, da quando scrivo, beh comunque stiano le Cose, credo di Essere in Buona Fede e sono contento, che tu Sia Serena, un Abbraccio: Filippo Salvini: !



Aperto il cancello apparve a tutti il viale illuminato, fiancheggiato da un bel giardino e molto grande, prima della villa c’era la piscina, con al fianco una costruzione di legno e grandi vetrate, Carlo disse era la palestra.
Con l’auto sostarono nel largo davanti all’ingresso, Carlo disse che i garage erano dietro la villa, scesero ed all’ingresso Carlo fece gli onori di casa -ecco qui è dove probabilmente qualche volta litigheremo e mi farebbe piacere che sin da adesso la considerasse casa sua- Sabrina e le bambine rimasero incantate davanti alla scalinata che portava ai piani superiori -non chiedetemi dove sia quella o l’altra stanza, perché ancora non lo so, martedì l’architetto ci illustrerà tutto, poi per arredarla, se te la senti tu, possiamo provarci insieme, altrimenti incaricheremo l’architetto, io conto di trasferirmi qui al più presto possibile, voglio iniziare subito il mio progetto-
 -Quante stanze sono?- chiese Marisa mentre tutti curiosavano di qua e di la, Carlo si grattò la testa e -da letto sono nove e tutte al pino superiore e con bagno, poi ce ne sono altre tre per il personale a pian terreno, complessivamente non lo so, guarda ho fatto montare anche un ascensore ed un monta scale, per quando sarò vecchio, comunque penso che abbiamo visto abbastanza e poi così vuota mi mette tristezza, bambine che ne dite di andare a vedere i cavalli?- le bambine prese dall’entusiasmo, si avviarono subito all’uscita, cosi a Carlo, Sabrina e Marisa, non restò che seguirle.
Chiusa la casa e risaliti sull’auto, si avviarono al circolo dove c’èra anche il maneggio, tutti i viali erano illuminati, e si vedeva gente che passeggiava al fresco di fine agosto, bambini in bicicletta e famiglie che mentre passeggiavano mangiavano il gelato, a bassissima velocità i passeggeri rimasero ben impressionati del luogo, così Carlo disse:
-Sai Sabrina, al lavoro se ti va, puoi portare anche le gemelle, hai visto il giardino, sono sicuro che a noi non daranno fastidio, anzi, però questa sono decisioni che devi prendere tu- -beh, noi abitiamo in un appartamento in centro, con i miei genitori, sono sicuro che verrebbero volentieri, però sono rimasta un po’ scioccata da quello che ho visto, ho paura di non essere all’altezza, non saprei nemmeno da dove iniziare per esempio ad arredarla, credo sia meglio che incarichi l’architetto- Carlo ci pensò un po’ su e -guarda facciamo una cosa, io incarico l’architetto, però mi farebbe piacere che il parere definitivo sia il tuo, in fin dei conti dovrai passare molte ore qui e quindi potrai valutare più tu la funzionalità dall’arredamento, non preoccuparti della mia famiglia, sto facendole una sorpresa, a me fa piacere che sia tu ad aiutarmi a realizzare il mio progetto, a me lasci il mio studio, a quello ci penso io, ecco siamo arrivati, bambine, prima facciamo pagare il caffè a vostra zia e poi andiamo a vedere i cavalli e se vostra madre non ha nulla in contrario vi faccio fare anche un giro sui poni, che ne dite?- le bambine assordarono tutti con un -si!- e rivolte verso la madre -ci mandi mamma?- -ho un po’ di timore, però visto che siete così entusiaste, ok!-
Entrati al bar del circolo, si immersero in una atmosfera soft, in un angolo c’èra un pianista che suonava e cantava canzoni di altri tempi, quelle che ormai ricordano solo persone più anziane, era piuttosto affollato ed il mormorio della gente ai tavolini era gradevole, come la luce soffusa nel locale era in armonia con la musica, trovarono posto e si sedettero, il cameriere arrivò e dopo aver salutato chiese cosa prendessero, fu Marisa che volendo festeggiare la sorella, felice di cosa le stava accadendo, chiese al cameriere tre flute di spumante, per brindare alla sorella, Carlo accettando l’invito al brindisi, chiese se era possibile avare del brut a differenza delle due donne, le bambine non presero nulla, ma ricordarono a tutti che dopo avrebbero voluto andare sui poni.
Sabrina, Marisa e Carlo, non potettero fare a meno di notare che le bambine soffrissero un po’ d’impazienza, quindi finito il brindisi, Marisa chiese al cameriere il conto, il cameriere si avvicinò e disse che era tutto a posto, il direttore voleva dare il benvenuto ai nuovi ospiti del villaggio, da parte di tutti gli ospiti, Carlo ringraziò ed uscirono.
L’entusiasmo delle bambine, era alle stelle, mentre si avviarono al maneggio, ed arrivati alla staccionata Sabrina chiese alle figlie se erano veramente decise a fare il giro sui poni, Carlo chiamò l’istruttore e Sabrina chiese:-posso stare tranquilla per le bambine?- l’istruttore fece notare che i bambini che già stavano montando, indossavano tutti il casco e che i poni erano veramente tranquilli.
 Così arrivò il momento per le gemelle di indossare il casco, l’istruttore le sollevò una alla volta e si ritrovarono in sella ai poni  -mamma guardami- disse con voce felice Michela  -stai attenta- rispose con apprensione Sabrina, Marisa tirò fuori il telefonino ed iniziò a scattare foto alle bambine, che presa la cosa seriamente seguivano con attenzione le indicazioni dell’istruttore, mostrando sempre più sicurezza nel cavalcare.
Passò presto quella mezz’ora per le bambine, che al richiamo dell’istruttore e rimesse sulla terra ferma, iniziarono i loro racconti sull’esperienza appena fatta, l’istruttore disse che le bambine avevano il portamento giusto per andare a cavallo e che erano molto attente ai consigli, quindi fece i complimenti e loro chiesero subito alla madre se avessero potuto ritornare sui poni? -poi vediamo- fu la risposta di Sabrina che tranquillizzata dalla discesa dai poni delle figlie, tornò di umore gradevole ed alla vista delle foto scattate da Marisa, iniziò a sorridere e fece commenti sulle figlie.
Salirono subito in macchina per tornare a casa, Sabrina fece notare che stavano tardando e non voleva far preoccupare i genitori, il viaggio di ritorno fu breve e Carlo accompagnò tutti a casa, si salutarono ed egli tornò in albergo, anche per lui la giornata era finita, ed andò a dormire.
Il mattino seguente Carlo, fece il solito giro di telefonate alla sua famiglia, e poi decise di chiamare l’architetto, gli affidò l’incarico di arredare la casa, dicendogli che però l’ultima parola era di Sabrina, persona di sua fiducia e che martedì, li avrebbe fatti incontrare, chiedendo di buttare giù qualche idea entro martedì, poi si mise a leggere il giornale che gli avevano portato con la colazione e mentre leggeva il giornale si appuntava su di un notes, ciò che avrebbe dovuto fare in giornata.
Verso le dieci e trenta scese dalla camera, si diresse al bar per un caffè ed incontro Agostino, Carlo ringraziò per avergli fatto conoscere Sabrina e chiese se poteva dire a Sabrina che alle tre, finito il suo turno potesse raggiungerlo al bar, voleva metterla in contatto con l’architetto e poi se Sabrina fosse stata libera, andare ad ordinare la biancheria per la casa, o almeno affidare questo compito a Sabrina,
Agostino disse che avrebbe riportato il messaggio e Carlo uscì.
Si diresse dritto ad un negozio di giocattoli, che era a pochi passi dall’hotel, voleva acquistare un regalo per Anna e Michela, ne uscì con due bambole di pezza, ben incartate e con i bigliettini, non conoscendo bene le bambine, le prese identiche così che non litigassero, poi con i pacchetti tra le mani si diresse in banca, doveva sbrigare delle commissioni.
Ne uscì solo per l’ora di pranzo, quindi si diresse direttamente all’hotel dove alloggiava ed entrato andò subito nella sala da pranzo, si sedette ed attese di essere servito.
Erano le due passate, quando fini di pranzare, quindi salì in camera per rinfrescarsi e poi si diresse direttamente al bar ad attendere Sabrina.
Chiacchierò un po’ con il cameriere al banco di calcio e dopo poco arrivò Sabrina -ciao, mi cercavi? Ti ho raggiunto appena finito con il lavoro, dimmi tutto- -senti se tu sei libera, vorrei innanzitutto darti il numero di telefono dell’architetto, gli ho già parlato di te, quindi se hai qualche idea puoi comunicargliela, altrimenti ci si vede tutti martedì, poi volevo chiederti, se conosci un magazzino di biancheria, sai lenzuola, asciugamani, insomma tutte quelle cose che serviranno, ci si potrebbe andare- -guarda Carlo, io oggi avevo promesso di andare al centro commerciale con le gemelle, però se vieni anche tu, possiamo guardare anche per la biancheria, per i tendaggi vediamo prima l’arredamento, tanto ormai si tratta di pochi giorni, però, dobbiamo andare subito, perché io alle sette devo tornare al lavoro. Ok?- -benissimo io sono pronto- e si avviarono alla macchina, saliti Carlo disse:-senti questa mattina ho comprato un pensierino per le tue bambine, però non vorrei che tu prendessi male la mia iniziativa-
-stai tranquillo, mi fa piacere, anche io quando posso le vizio un po’.-
Passarono subito a prendere le bambine, a casa di Sabrina, Carlo fece trovare sui loro sedili, i due pacchetti, ma non li fece aprire prima di avergli allacciato la cintura.
Le bambine ringraziarono e dopo aver scartato i pacchetti, rimasero entusiaste delle bambole, la madre le invitò a trovargli un nome ed intavolando questo dibattito con le figlie, iniziò a pensare che forse anche per lei era giunta un po’ di serenità, certo Carlo aveva una famiglia, quindi non poteva vederlo come un aspirante padre per le sue figlie, ma se non altro, serenità economica con un lavoro che le avrebbe permesso di stare di più con le figlie ed in situazioni più serene.
Così con le bambine che giocavano con le bambole e lei che rifletteva sulla nuova occupazione, ben presto si trovarono al parcheggio del centro commerciale.
Le bambine tennero ben strette le loro bambole, non volendo lasciarle in macchina, così scesi, si immersero nella confusione che animava il centro commerciale.
-Allora, hai fatto un conto approssimativo, una lista di ciò che ti serve?- chiese Sabrina a Carlo, lui storcendo un po’ la bocca -sai io sono una frana per queste cose, confidavo nelle tue capacità, calcoliamo le camere da letto, sono nove al piano superiore e tre a quello inferiore per il personale, calcolando tre cambi estivi e tre invernali, almeno per il momento, dovrebbero essere ventisette estivi e ventisette invernali , tutti matrimoniali, così sarebbe tutto completo per iniziare il mio progetto, tu che ne pensi, sai per iniziare non mi serve roba elegante, di qualità si ma non elegante, poi ognuno la propria biancheria se la personalizza come vuole- -certo che devi avere una famiglia numerosa, quanti siete?- - sette di famiglia, tre di personale che porterò, più quello che deciderai di assumere, ma quello verrà giornalmente, poi devo considerare che spesso avremo ospiti, fratelli sorelle, da ospitare con le loro famiglie, insomma ci sarà spesso confusione, altrimenti non ti avrei cercata per aiutarmi nel mio progetto, fin che non ci presentassero, ero solo nel realizzarlo e tutto deve essere pronto per il secondo sabato di settembre è allora che arriveranno tutti- - ei ma mancano solo tre settimane- -già io ho calcolato tutta la prossima settimana, per l’arredamento e le altre due per iniziare ad avviare il tutto, vedrai che poi ti piacerà, sarà come gestire un ostello, con poco tempo per annoiarsi, per il giardino fortunatamente mi hanno presentato una ditta che cura anche gli altri giardini del villaggio, ma per il resto saremo soli io e te, nutro gran fiducia- -sai io non so cosa pensare, è tutto cosi strano e poi tu, sembri spuntato da un altro pianeta, hai sempre così tanta fiducia nelle persone?- -mi fido della mia prima impressione, raramente sbaglio e sono sicuro che se c’è una persona che possa aiutarmi, quella sei tu!-
Entrati nel locale che vendeva biancheria Sabrina sbrigò tutto velocemente, Carlo se la guardava e l’ascoltava con attenzione, la merce non era tutta disponibile, ma avrebbero fatto la consegna per la prima settimana di settembre, Sabrina si districò abilmente dal suo primo incarico e a Carlo non rimase solo che pagare il tutto.


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